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Acque reflue

Nell’ambito della Depurazione delle acque reflue, realizziamo Impianti di Filtrazione, Impianti Biologici a fanghi attivi, Impianti Biologici a Membrana, Impianti Chimico-fisici, Impianti Monoblocco, Impianti di Trattamento Fanghi e non solo.

Filtrazione

Il processo di filtrazione consente la rimozione dei solidi colloidali ovvero di tutte quelle particelle sfuggite nelle precedenti fasi di trattamento e garantisce contemporaneamente un miglioramento di tutti gli altri parametri.

Filtrazione a sabbia. La filtrazione a sabbia consiste nel passaggio dell’acqua da trattare attraverso un letto filtrante formato da più strati di minerali selezionati (solitamente antracite granulare a bassa densità e sabbia silicea purissima) aventi granulometria e pesi specifici differenziati.
I solidi rimossi dall’acqua vengono intrappolati entro i pori alla superficie del mezzo filtrante e ciò comporta un progressivo intasamento del letto filtrante, con aumento delle perdite di carico che rende così necessaria la periodica rimozione dei solidi depositati (“controlavaggio”).
I filtri a sabbia sono disponibili in diversi formati e materiali e possono essere sia manuali che completamente automatici.

Filtrazione a carbone attivo. La filtrazione a carbone attivo, invece, si basa sulla capacità del carbone attivo di adsorbire, grazie alla sua porosità, la maggior parte delle sostanze organiche residue quali idrocarburi e tensioattivi contenuti nelle acque da trattare.
I carboni attivi possono essere di natura vegetale o minerale e sono soggetti ad esaurimento, pertanto periodicamente vanno sostituiti.
Anche in questo caso è necessario eseguire dei contro lavaggi per evitare la formazione di depositi che possono inficiare il corretto funzionamento del filtro.
I filtri a carbone attivo sono disponibili in diversi formati e materiali e possono essere sia manuali che completamente automatici.
È da sottolineare che i filtri a carbone attivo vengono utilizzati anche per il trattamento delle acque destinate al consumo umano per eliminare sostanze nocive alla salute dell’uomo quali cloro se presente in alte concentrazioni, cloroammmine, ecc..

Impianti Biologici a Fanghi attivi

Gli impianti di depurazione biologica o a fanghi attivi sono tra i più diffusi e tradizionali impianti di trattamento delle acque reflue.
Il processo biologico a fanghi attivi è un trattamento di tipo aerobico condotto mediante un’aerazione più o meno prolungata del refluo all’interno di un reattore biologico nel quale, per opera della biomassa attiva (costituita da numerosi microrganismi quali batteri, protozoi, metazoi, rotiferi, ecc..), avviene la trasformazione della sostanza organica in sostanze semplici quali CO2, H2O ed energia.
Le diverse soluzioni impiantistiche che si possono adottare nella realizzazione di un impianto biologico consentono, inoltre, la degradazione di altri nutrienti quali azoto N e fosforo P.
Dal processo di ossidazione biologica ne deriva la formazione del cosiddetto fango biologico che è fortemente putrescibile e che deve subire una serie di trattamenti (ispessimento, digestione e disidratazione che vanno a costituire la linea fanghi degli impianti di depurazione) prima di poter essere smaltito.
Gli impianti di depurazione di tipo biologico, hanno il vantaggio di consumare pochi prodotti chimici e di produrre pochi fanghi di supero, rispetto ad altre tipologie impiantistiche.
Tali sistemi vengono, pertanto, maggiormente utilizzati per il trattamento degli scarichi di civili abitazioni, dell’industria alimentare (caseifici, allevamenti, macelli e lavorazioni di carni, lavorazione delle verdure e degli ortaggi, cantine vinicole ecc.) dell’industria tessile e delle tintorie.

Impianti Biologici a Membrana

I bioreattori a membrana (acronimo: MBR, dall’inglese Membrane Biological Reactor) rappresentano una tecnologia di depurazione avanzata rispetto a quella tradizionale più diffusa a fanghi attivati. Il sistema MBR combina un tradizionale processo biologico a fanghi attivi, con il processo di separazione a membrana (generalmente microfiltrazione o ultrafiltrazione), che sostituisce il sedimentatore secondario. I bioreattori a membrana sono particolarmente indicati in tutti quei casi in cui è necessario garantire acque reflue depurate con caratteristiche qualitative particolarmente elevate senza tecnologie ad elevato consumo energetico. Tali tecnologie consentono il reimpiego per uso civile (es. acqua di lavaggio delle strade), agricolo e industriale (es. acque di processo o raffreddamento) delle acque reflue depurate consentendo la conservazione delle acque ad elevata qualità ad esclusivo uso potabile.

Impianti Chimico-Fisici

Gli impianti di depurazione chimico-fisici sono sistemi che permettono la rimozione di sostanze inquinanti scarsamente biodegradabili presenti nelle acque, in particolare nelle acque reflue industriali, quali metalli pesanti, tensioattivi, oli minerali, materiali in sospensione e solidi sedimentabili.
Tali impianti prevedono l’utilizzo di additivi chimici, chiamati comunemente “reagenti”, che in particolari condizioni di pH, reagiscono con le sostanze inquinanti rendendole insolubili e favorendone l’abbattimento mediante coagulazione, precipitazione e/o neutralizzazione.
Tale processo si articola in sintesi in due fasi successive: nella prima fase (flocculazione), il liquame viene miscelato con i reagenti (un correttore del pH, un coagulante primario e/o un coagulante ausiliario) che provocano l’agglomerazione in fiocchi dei contaminanti, nella seconda fase (chiarificazione), i fiocchi vengono separati dall’acqua per sedimentazione o per flottazione e rimossi sottoforma di fango.
Se l’acqua chiarificata presenta un inquinamento residuo eccessivo dovuto in genere alla presenza di sostanze microinquinanti che sfuggono al trattamento chimico si procede, prima dello scarico, ad un affinamento tramite filtrazione attraverso filtri a sabbia e a carboni attivi.
Gli elementi di maggior importanza per poter ottenere un efficiente sistema di depurazione chimica sono le caratteristiche chimico-fisiche delle acque da trattare, la scelta dei reagenti chimici da utilizzare, le quantità da dosare e le tempistiche di reazione.

Impianti Monoblocco

Per impianti di depurazione a servizio di un numero di abitanti contenuto o quando è necessario realizzare impianti in zone difficilmente raggiungibili o scollegate da qualsiasi sistema fognario oppure qualora sia necessario ridurre le superfici d’ingombro, è possibile realizzare impianti di depurazione monoblocco.
Ecochimica Stingo Srl costruisce bacini modulari monoblocco trasportabili, in acciaio al carbonio e in acciaio INOX, completi di strumentazione ed accessori.
I moduli compatti possono essere predisposti per l’accoppiamento ad altri moduli per consentire l’ampliamento di impianti esistenti senza particolari modifiche.
I vantaggi di utilizzare un sistema monoblocco sono: necessità ridotte di manutenzione, consumo di reagenti ottimizzato, bassi livelli di rumorosità-assenza di cattivi odori, possibilità di lavorare in maniera discontinua, alta capacità depurativa e bassa produzione di fanghi

Trattamento Fanghi

I fanghi rappresentano il prodotto di scarto solido di un qualsiasi ciclo depurativo (biologico, chimico-fisico ecc.) che devono essere raccolti e trattati prima di poter essere smaltiti.
I principali trattamenti dei fanghi sono:
– Ispessimento: ha la funzione di eliminare in grande quantità l’acqua contenuta nei fanghi, riducendo in questo modo i volumi a favore dei trattamenti della linea fanghi previsti a valle.
– Stabilizzazione biologica: È un complesso di processi metabolici attraverso i quali il contenuto organico putrescibile dei fanghi, provenienti dalle vasche di sedimentazione primaria e secondaria, viene trasformato in sostanze stabili più semplici. La digestione può essere di due tipi, aerobica e anaerobica, e i manufatti dove avviene la digestione sono chiamati digestori.
– Condizionamento: Si utilizza prima di un trattamento di disidratazione meccanica e serve a migliorare le caratteristiche di filtrabilità dei fanghi.
– Disidratazione: Serve a ridurre, ulteriormente, il contenuto di acqua dei fanghi digeriti. Può essere naturale (per essiccamento naturale su letti drenanti) o meccanica (filtropressatura, nastro pressatura e centrifugazione).
Un ulteriore trattamento di disidratazione dei fanghi digeriti può essere il trattamento termico per essiccamento o incenerimento quest’ultimo pur essendo un procedimento di disidratazione è utilizzato per lo smaltimento dei fanghi).